Ho sempre pensato che ogni vero artista nasca con una precisa missione: andare alla ricerca del filo di seta, sottile e quasi invisibile ma forte come l’acciaio, che unisce gli esseri umani in unico grande insieme, poi diradatosi nei confini dello spazio-tempo.
Spesso questo legame, che nonostante le distanze, ci unisce al di là della nostra raziocinante consapevolezza, sfugge alla nostra comprensione, sempre di più a seconda di quanto, presi dai ritmi sferzanti della modernità, dimentichiamo la storia.
Scienziati come Stephen Hawking per esempio, hanno dedicato una vita intera alla ricerca di una sola equazione che spiegasse l’interezza di quel dato, definito semplicemente come “esistenza del tutto”; in questa estenuante ricerca, fondamentale è stato il recupero delle “tracce” che la vita stessa ha depositato nella nostra intelligenza e nell’immensità dell’Universo.
In fondo un artista del “recupero” fa la stessa cosa, sostituendo le formule fisiche e matematiche con la poesia della memoria e il lavoro meticoloso di colori e pennelli.
Paolo De Cuarto ha ritrovato un legame dimenticato dai tempi e disegnato dal tempo, un comune denominatore che filantropicamente ci accomuna, nel nostro percorso di uomini proiettati in avanti; per questo ha ricostruito le impronte che da un posto andassero a un altro, seguendo strade che nemmeno immaginavamo o ritenevamo possibili.
A San Paolo, città che lo ospita per questa bellissima mostra, ha scovato le tracce prestigiose di Martini, un marchio che per tante volte ha campeggiato sui cartelloni pubblicitari italiani, nelle rèclame e nelle sue tele.
Alla fine degli anni ’50 infatti, parte il progetto delle Terrazze Martini; simbolo di una maniera di comunicare identificativa del Marchio Martini. Le terrazze diventano luogo di aggregazione per esponenti della letteratura, dello spettacolo, della scienza, dello sporti, per politici e intellettuali di ogni genere. Tutte le terrazze Martini sono ubicate in Europa; solo una in America del Sud: in Brasile, proprio a San Paolo.
Lo schizzo riportato qui è il progetto della tela che sarà poi esposta in mostra e che intende celebrare questo evento, che allora fece da ponte tra Italia e Brasile e che ora diventa legame estrapolato dalla memoria ed elevato a produrre bellezza. Oltre non diciamo, per non negarvi il piacere della “sorpresa”, poiché - volendo citare Mao Tse Tung - che vita è…senza Meraviglia?